Se l’autunno è la stagione del foliage che colora gli alberi di arancio, l’estate rappresenta il trionfo degli insetti. Lo stesso arancio autunnale delle foglie è visibile sulle ali di una farfalla nelle giornate più calde: quelle della Monarca Africana.
La Monarca africana è un lepidottero, il suo nome scientifico è Danaus chrysippus e possiede un’apertura alare di 7-8 centimetri. Il colore dominante delle ali è, appunto, l’arancione, ma non è l’unico: il margine e le punte delle anteriori, infatti, sono neri con delle macchie bianche. Anche il corpo possiede lo stesso pattern di questi due colori. Le antenne e le zampe, invece, sono completamente nere.
E’ originaria dell’Africa subtropicale e, come la congenerica Monarca americana, è una farfalla migratrice. Compie le sue migrazioni verso nord generalmente nella tarda estate, ma le rotte sono notevolmente cambiate nel corso degli ultimi decenni. Se fino alla fine del secolo scorso il suo limite settentrionale era la fascia a sud del Sahara, con l’aumento delle temperature ha iniziato ad attraversare il Mediterraneo, sospinta dallo scirocco, e a spingersi fin sulle nostre coste.
Le uova vengono deposte sulla pagina inferiore delle foglie della pianta nutrice. Il primo pasto della larva è l’uovo dal quale si è sviluppata, poi ritaglia con le mandibole un cerchio di foglia attorno a sè e di essa si nutre.
Il bruco della monarca africana è bianco con striscie nere, grosse macchie gialle e piccole macchie rosse. Possiede anche tre paia di particolari estroflessioni che sembrano delle lunghe corna. I colori accesi, nello stadio larvale come in quello adulto, sono un esempio di aposematismo. L’insetto, tramite questi colori, informa il potenziale predatore che non sarà una preda a lui gradita. I bruchi, infatti, si nutrono di specie vegetali (appartenenti principalmente alla famiglia delle Asclepiadaceae, Euphorbiaceae e altre) che contengono alcaloidi tossici. Questi composti passando dalla pianta al bruco possono causare al predatore sintomi come nausea o vomito. Una volta accostati quei colori ai sintomi, il predatore toglierà di certo dal propio menù la monarca. E’ lo stesso stratagemma messo in atto dalle api e dalle vespe.
Dopo aver formato la crisalide la monarca completerà la metamorfosi dispiegando le ali arancioni al sole e volando in cerca di nettare.
Altre foto della di questa splendida specie nel blog di Antonio Iannibelli.