Lo sparviero e il colombaccio
Che si tratti di un’orma nel fango, di un aculeo perso per strada o di alcune feci, gli animali selvatici lasciano sempre delle tracce. Alcune non siamo in grado di percepirle, altre però sono ben visibili. I sentieri del bosco sono come le pagine di un libro aperto capace di raccontarci la vita al suo interno.
Spesso ci si imbatte in alcune penne isolate, a volte però ci si trova davanti a numerose penne e piume raccolte in uno spazio di poche decine di centimetri come in questo caso.
Osservando questa scena possiamo capire a chi appartengono le penne, cosa è successo e chi è l’artefice.
I colori e la loro geometria ci permettono di risalire al proprietario: il colombaccio. Non è difficile avvistarlo o sentirne il rumore delle ali quando spicca il volo. E’ un uccello che appartiene alla stessa famiglia (Columbidae) del piccione che vediamo nelle nostre città, infatti sono molto simili. Può raggiungere un peso di mezzo chilo ed un’apertura alare di 80 centimetri. Il petto è di colore rosa e presenta delle macchie bianche sul colllo. Le ali e la coda, invece, sono scure e di colore grigio e nero. Le timoniere (le ultime penne della coda) e le remiganti (le più esterne delle ali) presentano tre diverse fasce che possono direttamente sfumare dal grigio al nero o essere intervallate, al centro, da una più chiara. Si nutre di piccoli invertebrati, semi e frutti.
Il fatto che il rachide e il calamo (le parti longitudinale e centrale della penna) sono integri, ci permette di capire che il colombaccio è stato predato sicuramente da un uccello e non da un mammifero. Questo colombaccio sarà sceso a terra per bere ad una pozza d’acqua o per cibarsi, incosapevole del fatto che qualcuno lo stava osservando. Sul ramo di un albero uno sparviero, un rapace diurno, da tempo aspettava un’occasione del genere. Spicca il volo e in pochi secondi raggiunge, afferra la sua preda e la trasporta in un luogo tranquillo dove può spiumarla. Inizia a togliere, uno dopo l’altro, ciuffi di penne e piume. Consuma per primi i muscoli del petto, per poi passare al resto. Il suo becco dentellato gli permette di frantumare le ossa che abbandona poi sul terreno. Alla fine del pasto, al netto del passaggio di altri animali, saranno visibili solamente le penne, le ossa delle ali, il becco, le zampe e poco altro.
Lo sparviero è un rapace diurno. Il suo peso può raggungere i 200 grammi e ha un’apertura alare frai 50 e i 70 centimetri. La testa e il dorso sono di colore bruno o grigio. Il maschio è facilmente distinguibile dalla femmina grazie alla colorazione del petto rosso-arancio acceso. La femmina, come nella maggior parte dei rapaci, è più grande rispetto al maschio ed ha sottili bande bianche e grigie sul petto. Si nutre di uccelli e piccoli mammiferi. Quando è in cerca di una preda può appostarsi su un ramo e rimanere in attesa, o cercarla attivamente volando anche poco distante dal suolo.