Rete istituzionale Bosco Pantano – 4° incontro: che destino attende il Bosco?

Martedì 24 settembre, nella sala consiliare del Comune di Policoro, si è tenuto il quarto tavolo tecnico sul Bosco Pantano. Il consigliere comunale e provinciale Carlo Stigliano, insieme al Sindaco, ha guidato l’incontro. Erano presenti Lipu, Cova Contro, Legambiente, WWF e Consorzio di bonifica; in collegamento la Regione Basilicata, la Provincia di Matera e l’Autorità di bacino. Assenti, come negli scorsi tre incontri, i Carabinieri forestali.

In una rete istituzionale dove vengono affrontati temi come il bracconaggio, la pesca di frodo, i tagli abusivi, l’accensione di fuochi, l’abbandono di rifiuti, il passaggio di mezzi a motore non autorizzati… (tutte criticità già note e più volte segnalate alle forze dell’ordine, seppure senza aver sortito nessun effetto!) la reiterata assenza dei Carabinieri forestali, sempre convocati ma mai presenti, lascia non poco perplessi.

La Regione Basilicata si è detta pronta, entro ottobre, a consegnare e ad approvare un progetto mirato al ripristino delle condizioni idrologiche del Bosco. L’Ente ha espresso la volontà di una rivisitazione delle Z.P.S. (Zona di Protezione Speciale), istituendone una a copertura di tutto l’arco jonico. Sono stati, inoltre, auspicati altri interventi a ricostituzione delle dune.

Lipu e Cova Contro, chiedendo nuovamente l’adozione delle misure di conservazione, hanno sollecitato il controllo degli accessi alla Riserva, una maggiore sorveglianza di tutta l’area e suggerito la rottura, almeno in alcuni punti, degli argini di cemento dei canali presenti all’interno del Bosco Pantano. La Lipu ha poi espresso le difficoltà incontrate durante il monitoraggio del fratino e del corriere piccolo lungo la costa dell’area protetta: il continuo passaggio di mezzi a motore, più volte segnalato alle istituzioni e alle autorità competenti, ha causato la perdita di ben due nidi. La perimetrazione esterna di un nido, infatti, così come i cartelli posti nell’area, sono stati divelti. Le due associazioni hanno riportato l’attenzione anche sulla questione dei tagli abusivi. Recentemente ne sono stati documentati, e segnalati alle autorità, degli altri. In un Bosco che sta scomparendo il taglio di ogni singolo albero rappresenta una enorme perdita!

La Provincia di Matera, in risposta al progetto della Regione, si è dimostrata perplessa e ha suggerito di “essere molto cauti”. Eppure il bisogno, sempre più impellente, di riportare acqua all’interno del Bosco è stato più volte evidenziato da persone competenti sin dagli anni ’80, ma mai affrontato concretamente dall’Ente gestore nei decenni di gestione. Rassegnarsi all’avanzamento della macchia mediterranea e alla desertificazione dell’area rappresenta non solo la causa principale dell’attuale condizione del Bosco, ma anche il mancato rispetto dell’obiettivo principale della Legge regionale istitutiva della Riserva e delle Misure di tutela e conservazione.

L’Autorità di bacino, pur non avendo visionato ancora il progetto regionale, ha sollevato già dei dubbi riguardo l’apporto idrico.

E’ bene chiarire che l’apporto idrico cui fa riferimento la Regione sarebbe controllato e limitato ad alcune aree all’interno del Bosco e non all’intera zona, per cui i paventati rischi per l’incolumità pubblica non sussistono.

L’unico modo per salvare il Bosco è riportare acqua al suo interno. Non possiamo correre il rischio che enti, probabilmente poco interessati alla tutela e alla salvaguardia del Bosco, ne decretino la morte per noncuranza o per evitare di assumersi responsabilità.

A chi ancora nutre dubbi sull’impellenza di riportare acqua all’interno della Riserva, si consiglia vivamente di visionare le foto riportate qui sotto, scattate a soli 9 anni di distanza nella stessa area. E’ ora il momento di agire se si vuole salvare quel che rimane del Bosco. Non c’è più tempo!

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